Dal 1904 a Torino dove frequentò la scuola tecnica Plana, stringendo amicizia con Giuseppe Pacotto meglio conosciuto in seguito come Pinin Pacot, uno dei più grandi poeti dialettali piemontesi.
Nel 1914 pubblicò il suo primo disegno sulla rivista "Il fischietto", qui fece amicizia con Golia che lo portò al settimanale umoristico "Numero". Durante la grande guerra, nel 1917, Quaglino al fronte collabora con la rivista "La trincea" illustrando i vari aspetti della vita militare.
Al termine della guerra sviluppa il suo lavoro di illustratore lavorando per la rivista per ragazzi Cuor d'Oro diretta da Francesca e Onorato Castellino.
Nel 1923 partecipa alla XXV esposizione della Società Amici dell'Arte e nel 1926 espone quattro dipinti alla Mostra delle Vedute di Torino, organizzata dalla società Antonio Fontanesi.
Nel 1926 e 1927 in collaborazione con Giulio Boetto prepara per il Settecentenario della morte di San Francesco un grosso diorama costituito da 12 tempere scenografiche rappresentante le storie del patrono d'Italia.
Oltre alle sempre più fitte partecipazioni alle mostre pittoriche in Italia, sviluppa l'attività di decoratore ed affrescatore. Già negli anni Venti aveva affrescato e decorato il Padiglione di Caccia e Pesca all'esposizione di Torino per il IV Centenario della morte di Emanuele Filiberto di Savoia.
Nel 1930 affresca in collaborazione con Deabate, la sala detta dei "Due Sergenti" presso la Villa Reale di Monza in occasione della IV Esposizione Internazionale di Arte decorativa. Sempre nello stesso anno l'artista affresca le stanze di Villa Ponti ad Arona e nel 1936 le sale di Palazzo Riccardi allora sede del Torino Calcio.
Nel 1938 affresca il dopolavoro di corso Re Umberto e sul finire degli anni Trenta porta a termine le decorazioni dell'abside della cappella di sant'Aniceto a Villar Perosa raffiguranti scene della vita di Gesù.
Tra il 1930 ed il 1948 partecipò ininterrottamente alla Biennale di Venezia e nel 1935 insieme al Deabate curò costumi e scenografia del film Don Bosco di Alessandrini.
Nel 1942 venne richiamato alle armi ma impiegato in un corpo speciale costituito da artisti e scrittori con il compito di illustrare e raccontare i fatti di guerra. Le opere vennero esposte nel 1942 alla XXIII Biennale di Venezia e nel 1943 alla Galleria di Roma in occasione della II Mostra d'Arte Marinara.
Al termine della guerra l'artista intensifica la collaborazione pubblicitaria con la FIAT e nel 1949 partecipa ai raduni dei "18 Pittori di Bardonecchia" che esporranno paesaggi montani in diverse mostre in giro per l'Italia.
Tra il 1952 e 1959 collabora con alcuni artisti tra cui Casorati, Paulucci, Valinotti, Garino e Martina nella trasposizione figurata delle liriche di Gozzano ed illustra i lavori per la diga di Beauregard.
Nel 1955 gli viene data la cattedra di Decorazione all' Accademia Albertina di Torino, che terrà fino al 1969.
Negli anni Sessanta si intensificano le mostre in Italia e Quaglino comincia anche una collaborazione con il giornale "Stampa Sera" di Torino.
Nel 1969 pubblica una serie di litografie per I promessi sposi che esporrà in diverse mostre a (Firenze, 1970), (Milano, 1970), (Lecco, 1973), a cui si aggiungono le litografie per Orlando furioso (Alessandria, 1973), (Fossano, 1973).
Dal 1981 le opere di Quaglino sono presenti nella Galleria di Arte Moderna di Torino. Muore a Torino il 7 luglio 1982 in via Sforzesca.